16 Mar2016
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Le vere origini della giornata dedicata all’importanza della figura femminile. L’8 marzo l’Italia, di giallo vestita, profumava di mimosa e di libertà.

Una giornata mondiale dedicata a tutte le donne, giovani, anziane, lavoratrici, disoccupate, single, sposate, conviventi, eterosessuali, lesbiche, mamme, figlie, nonne, zie, amiche. Tutte.

Perché la Festa della donna è la celebrazione di quello che per troppo tempo è stato considerato il “sesso debole” senza diritti innati come invece per l’uomo.

Tra la metà del ‘700 e la metà dell’800 con la Rivoluzione industriale, molte famiglie abbandonarono le campagne per spostarsi in città in cerca di lavoro nelle nascenti fabbriche. Anche le donne iniziarono a lavorare come operaie e fu proprio questo l’inizio di un lungo percorso di autodeterminazione che le vide protagoniste della scena sociale e attive per la rivendicazione dei propri diritti.

Ripercorriamo la storia per sfatare i tanti luoghi comuni sull’origine della celebrazione della festa della donna.

1907. Siamo a Stoccarda durante il VII Congresso della II Internazionale socialista e tra gli argomenti da trattare compare la “questione femminile”, ovvero la rivendicazione del diritto al voto da parte delle donne. Venne creato il primo Ufficio di informazione delle donne socialiste.

1909. Dopo che l’americana Cirinne Brown poté presiedere per la prima volta la conferenza socialista, si decise di istituire negli Stati Uniti il “Woman’s Day”. Il Partito socialista americano propose di organizzare una manifestazione a favore del diritto al voto da parte delle donne. Il 23 febbraio 1909 fu celebrata negli Stati Uniti la prima ufficiale giornata della donna.

1910. Durante l’VIII Congresso della II Internazionale socialista tenuto a Copenaghen, le delegate proposero di ufficializzare una giornata di carattere mondiale dedicata alla rivendicazione dei diritti delle donne. Dall’anno successivo, oltre agli Stati Uniti, anche Austria, Danimarca, Germania e Svizzera iniziarono a celebrare la giornata della donna tra febbraio e marzo.

1917. Le celebrazioni furono sospese a causa dello scoppio della prima guerra mondiale nel ’14, ma l’8 marzo 1917 fu una data decisiva. Le donne di San Pietroburgo scesero in piazza per manifestare contro la guerra e le sue tragiche conseguenze come orari di lavoro massacranti, salari ridicoli, povertà. Alle file delle scioperanti si unirono 240.000 operai, giovani e soldati dando vita alla Rivoluzione russa di febbraio (23-27 febbraio per il calendario giuliano in vigore in Russia; per il nostro gregoriano 8-12 marzo). Il 15 marzo Nicola II abdicò.

1921. La seconda conferenza internazionale delle donne comuniste tenuta a Mosca dichiarò l’8 marzo la Giornata internazionale dell’operaia come riconoscimento al contributo dato dalle donne nel rovesciamento dello zarismo e la conseguente uscita della Russia dal conflitto bellico nel 1918.

1922. Anche in Italia, per iniziativa del Partito comunista, si iniziò a festeggiare la Giornata internazionale della donna l’8 marzo. Il simbolo divenne la mimosa poiché fiorisce proprio a inizio marzo.

1977. Il 16 dicembre 1977 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, il principale organo istituzionale dell’ONU propose di stabilire una ”Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale” fissando come data ufficiale l’8 marzo.

1979/1981. L’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1979 adottò la Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione della donna. Nel 1981 entrò in vigore e divenne ufficialmente il trattato internazionale sui diritti delle donne.
“[…] su una base di parità tra uomini e donne, dei diritti umani e delle libertà fondamentali in campo politico, economico, sociale, culturale, civile o in qualsiasi altro campo, senza stereotipo di ruolo di genere […]”
Dei 193 Stati membri dell’ONU, tutti hanno firmato la Convenzione tranne la Città del Vaticano; solo IranNauruPalauSomaliaSudanTonga e Stati Uniti hanno firmato senza però ratificarla.

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