16 Mar2016
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Le conquiste della donna moderna, sempre più affermata e padrona del proprio corpo: l’inseminazione artificiale è uno dei tanti traguardi raggiunti negli ultimi anni.

Con l’articolo precedente abbiamo ripercorso gli anni e gli eventi che hanno portato all’identificazione di una giornata per celebrare la donna.

Continuiamo con l’excursus storico per individuare le tappe fondamentali che hanno lentamente portato al riconoscimento della figura della donna nella società e la sua emancipazione da metà del ‘900 fino ai giorni nostri.

Suffragio femminile

Fu per prima la Nuova Zelanda nel 1893 a permettere alle donne di votare. Nel XX secolo che il diritto al voto per le donne fu esteso nella gran maggioranza dei Paesi del mondo e, grazie all’ONU, nel 1948 venne dichiarato un diritto universale.

Iniziò la Russia nel 1918, poi gli Stati Uniti nel 1919, il Regno Unito nel 1928, Spagna e Portogallo nel 1931, la Francia nel 1944 e l’Italia nel 1945.

1946. Nel 1945 l’allora Regno d’Italia istituì il suffragio femminile e le donne poterono votare alla elezioni amministrative. Ma la data più importante fu il 2 giugno 1946 quando tutti i cittadini maggiorenni (21 anni) italiani, uomini e donne, furono chiamati a votare per il referendum istituzionale che decretò la fine della monarchia e la nascita della Repubblica italiana.
1948. La seconda guerra mondiale, e i suoi scempi, era finita e gli Alleati vincitori (Regno Unito, Stati Uniti, Unione Sovietica) vollero sancire delle regole universali che tutelassero i diritti dell’uomo. Il 10 dicembre 1948 fu redatta dalle Nazioni Unite la Dichiarazione universale dei diritti umani: fu il primo codice etico universale che i membri ONU sono chiamati a seguire. Tra i diritti umani fu introdotto anche il suffragio femminile.

Aborto

1978. In Italia la Legge 22 maggio 1978, 194 legittimò l’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) nelle strutture pubbliche, entro i primi 90 giorni di gestazione (tra il quarto e quinto mese è possibile solo per motivi terapeutici).

Parità dei sessi
1981. Entra in vigore la Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione della donna diventando il trattato internazionale sui diritti delle donne al quale gli stati membri ONU sono tenuti a rispettare.

Inseminazione artificiale

1978. Primo caso di inseminazione artificiale in vitro.

1983. Nasce la prima bimba italiana grazie all’inseminazione artificiale.

2004
. Prima legge italiana per normare la fecondazione artificiale. La Legge 19 febbraio 2004, 40 sancì che potessero fare ricorso alla procreazione medicalmente assistita (PMA) esclusivamente “[…] coppie maggiorenni di sesso diverso, coniugate o conviventi, in età potenzialmente fertile, entrambi viventi […]”. Oltre all’esclusione delle donne single o coppie lesbiche, e alla produzione di massimo 3 embrioni per un unico e contemporaneo impianto, la legge restringeva la possibilità di utilizzo unicamente all’inseminazione omologa e non eterologa, ovvero l’utilizzando i soli gameti della coppia e non di donatori.

2014. Nel corso degli anni la Corte Costituzionale intervenne diverse volte dichiarando incostituzionali più articoli della legge. Il 10 giugno 2014 legittimò l’inseminazione eterologa.

2015. Le nuove linee Guida 2015 consentono l’inseminazione eterologa, il ricorso alla fecondazione artificiale a coppie fertili con malattie geneticamente trasmissibili, la selezione degli embrioni al fine di non impiantare embrioni malati (secondo precisi parametri di gravità). Rimangono i divieti per: le donne single, le coppie omosessuali, le persone in età avanzata, vedove e vedovi (es. Utilizzo del seme congelato del marito defunto).

Mentre in Italia attendiamo le prossime evoluzioni, in Spagna la Legge 14/2006 sulle Tecniche di Procreazione Assistita prevede che: “[…] qualsiasi donna di età superiore ai 18 anni, e con totale capacità di intendere e di volere, potrà essere ricevente o utente delle tecniche disciplinate dalla Legge 14/2006 […]”.


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